Allarme su cialde e capsule caffè: l’indagine di Report
I giornalisti di Report denunciano la presenza di metalli pesanti in cialde e capsule caffè industriale. Assaggiatori lamentano sapore di cartone e di pneumatico bruciato. Dicono la verità?
Sono certo che queste parole ti abbiano sorpreso…
Non ci sarebbe in realtà nulla di cui sorprendersi se consideri che in Italia si tende a bere e mangiare male, perché purtroppo si ha poca consapevolezza.
Sempre più spesso si fanno acquisti non ragionati perché trainati da continue offerte promozionali apparentemente super convenienti e perché si fa troppo affidamento alla pubblicità vista in TV.
Pochi si rendono conto del fatto che, nella maggior parte dei casi, un acquisto non ragionato equivale a comprare veleno!
Ma veniamo al nocciolo della questione… i giornalisti di Report hanno individuato diverse problematiche nei caffè delle più comuni marche industriali presenti sugli scaffali dei supermercati.
Attenzione, il riferimento NON è al caffè delle torrefazioni artigianali come la nostra, ma alle produzioni industriali!
La prima questione affrontata dai giornalisti riguarda la presenza di metalli pesanti. La seconda concerne il retrogusto di cartone bagnato, muffa, pneumatico bruciato. Di quest’ultimo se ne accorgono solo gli esperti, per via dei processi di tostatura industriale che coprono difetti di vario genere, non percepibili dai normali consumatori.
Cominciamo dalla prima:
Metalli pesanti nelle capsule caffè
La moda e il benessere ha introdotto negli ultimi anni le cosiddette macchinette per il caffè sono che stanno oramai soppiantando l’uso della tradizionale Moka.
Ciò implica il ricorso a caffè in capsule di alluminio che danno luogo ad una bevanda molto simile a quella gustata al bar.
Da una ricerca recente condotta da alcuni studiosi, sono emerse preoccupazioni sulla salubrità di cialde e capsule. E concerne proprio la presenza di metalli pesanti.
Lo studio è stato condotto da alcuni ricercatori italiani che hanno misurato la quantità di ftalati e metalli pesanti rilasciati dalle capsule di caffè in alluminio. La presenza di tali sostanze purtroppo può interferire con alcuni processi chiave dello sviluppo e della riproduzione dell’uomo.
L’utilizzo di capsule in alluminio può comportare il rilascio di metalli pesanti nel caffè. Ciò avverrebbe durante il processo di estrazione all’interno della macchina espresso a contatto con acqua ad alta temperatura.
I risultati degli studi condotti purtroppo evidenziano diverse criticità in molte marche di caffè industriale. Piombo e nichel sono i principali indiziati.
Il problema si manifesta anche con l’uso delle macchinette tradizionali in alluminio.
Il consiglio pertanto che mi sento di darti fin tanto che non verrà chiarita la questione è di consumare caffè in polvere (anziché in capsule) e far uso di una Moka in acciaio, anziché in alluminio.
In alternativa, potresti ricorrere alle cialde eco-sostenibili in carta che oltretutto si possono smaltire più facilmente.
Di tutto questo ne hanno parlato i giornalisti di Report, una delle poche trasmissioni televisive non pilotate che dice come stanno realmente le cose.
Ecco il video della puntata:
Caffè industriali: retrogusto di muffa o di pneumatico bruciato
Mia nonna diceva sempre “come spendi mangi”. E non può che essere così anche per il caffè specie in Italia, Paese in cui si è abituati a consumare miscele a basso costo di Robusta, anziché Arabica. A proposito, se vuoi saperne di più sulle differenze tra le miscele Robusta o Arabica, ti consiglio di leggere QUI.
Ma al di là di questo, i giornalisti di Report hanno evidenziato una strana criticità: hanno fatto assaggiare alcuni dei più noti caffè industriali ad un team di esperti.
Risultato? Il caffè sapeva di rancido, con retrogusto di muffa o pneumatico bruciato.
La domanda ora è: come mai i normali consumatori non se ne accorgono?
La risposta è nel tipo di tostatura che, nei processi industriali, viene condotta a temperature molto elevate.
E sai perché alzano così tanto le temperature di tostatura?
Ti dico solo questo: se i torrefattori industriali tostassero meno i loro caffè, verrebbero fuori le reali condizioni del chicco. Se la tostatura avvenisse a temperature ridotte, tutti si accorgerebbero della presenza di aromi poco gradevoli di “straccio bagnato, paglia, erba umida e muffa”. E tu smetteresti di acquistarlo.
Puoi immaginare dunque che il problema è tutto nella scarsa selezione delle materie prime, a cominciare dai sistemi di raccolta, dalla provenienza, dalla tipologia di coltivazioni, ecc che spesso non vengono controllati quando si lavora a certi livelli di carattere industriale.
Ricorda questo: un buon caffè fatto da chicchi di qualità eccelsa, non ha bisogno di andare oltre alla tostatura media.
Un caffè cremoso è indice di qualità?
Parti da questa considerazione: più la tostatura è scura, più il caffè risulta denso e con schiuma alta.
Questa caratteristica del caffè piace tanto agli italiani ma è un mattone per lo stomaco! Quindi la risposta alla domanda è NO!
L’effetto cremoso è solitamente creato dalla miscela Robusta che è una delle più economiche del mercato. E tra le tante cose, è povero di olii essenziali che caratterizzano il tipico aroma di un caffè di valore.
Guarda caso, invece, l’Arabica non dà l’effetto crema. Ed è ricco di olii essenziali, i quali, mescolandosi con la parte acquosa del caffè, daranno origine ad un aroma più persistente e caratterizzante.
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